Forniamo valutazioni dell'artista
Forniamo valutazioni di quadri e opere d'arte realizzate dall'artista. La valutazione avviene cercando di contestualizzare al meglio l'opera e di capirne l'autenticità. Per una corretta interpretazione dei dati abbiamo bisogno di foto di buona qualità fronte e retro dell'opera. Inoltre chiediamo di sapere se ci sta documentazione (fatture d'acquisto, autentiche su fotografia) e sapere la storia legata all'opera d'arte (dove e quando è stata acquistata).Quotazioni di vendita e valore delle opere di Jannis Kounellis
Le sue opere su carta possono avere valori che oscillano dai 2.000 euro fino ai 100.000 euro. Le opere su tela hanno quotazioni dai 20.000 euro a salire. Opere di straordinario pregio, o installazioni di grandi misure, possono superare i 250.000 euro. La produzione anni Sessanta è particolarmente apprezzata.Informazioni sull'artista Jannis Kounellis
Gli inizi, anni '50
Nato nel Pireo, nell'Attica, dopo essere stato respinto dalla Scuola di Belle Arti di Atene, nel 1956, poco più che ventenne, si trasferisce in Italia, a Roma. Arrivò il giorno di Capodanno del 1956, un momento indimenticabile. Nella capitale italiana, si iscrive all'Accademia di Belle Arti, completando gli studi sotto la guida di Toti Scialoja. Da lui riceve l'influenza dell'espressionismo astratto, che, insieme all'arte informale, costituisce il binomio fondamentale per il suo percorso creativo.
Anni '60
Nel 1960, esordisce allestendo la sua prima mostra personale alla galleria "La Tartaruga" a Roma. A differenza dei suoi maestri, Kounellis mostra subito un'urgenza comunicativa molto forte, rifiutando prospettive individualistiche ed estetizzanti. Invece, esalta il valore pubblico e collettivo del linguaggio artistico. Nelle prime opere, dipinge segni tipografici su uno sfondo chiaro, alludendo a un nuovo ordine per un linguaggio frantumato e polverizzato.
Le prime mostre ideologicamente vicine all'arte povera risalgono al 1967, dove l'uso di prodotti e materiali di uso comune suggerisce un'arte radicalmente creativa, mitica e priva di concessioni alla mera rappresentazione. Emergono anche chiari riferimenti alla grecità delle sue origini. Le sue installazioni diventano scenografie che occupano fisicamente la galleria e circondano lo spettatore, coinvolgendolo in uno spazio che ospita animali vivi contrapposti a geometrie costruite con materiali evocativi della produzione industriale.
Nel 1969, l'installazione diventa una performance con i Cavalli legati alle pareti della galleria L'Attico di Fabio Sargentini, creando uno scontro ideale tra natura e cultura. In questo contesto, il ruolo dell'artista si riduce al minimo di un'operosità sostanzialmente manuale.
Anni '70
Negli anni settanta, l'entusiasmo volitivo di Kounellis si carica di una pesantezza diversa, risultato del disincanto e della frustrazione di fronte al fallimento delle potenzialità innovative dell'arte povera, inghiottita dalle dinamiche commerciali della società dei consumi. Tale sentimento viene espresso dalla famosa porta chiusa con pietre, presentata per la prima volta a San Benedetto del Tronto e successivamente in varie città, con significative variazioni strutturali dense di significati poetici.
Nel 1972, Kounellis partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, manifestazione cui prende parte più volte negli anni successivi, così come alla Quadriennale di Roma a partire dal 1973.
Anni '80
Gli anni dell'amarezza continuano con installazioni in cui la vitalità del fuoco viene sostituita dall'oscura presenza della fuliggine, mentre gli animali vivi cedono il passo a quelli imbalsamati. Il culmine di questo processo è forse il grandioso lavoro presentato all'Espai Poblenou di Barcellona nel 1989, caratterizzato da quarti di bue appena macellati fissati mediante ganci a lastre metalliche e illuminati da lanterne a olio.
Anni '90
Negli anni più recenti, l'arte di Kounellis si è fatta virtuosamente manieristica, riprendendo temi e suggestioni caratteristiche del passato con uno spirito più meditativo. Esempi di questa nuova direzione sono l'installazione Offertorio del 1995 in piazza del Plebiscito a Napoli e la mostra in Messico nel 1999. Nel 1998, a Napoli, realizza "Mulino in ferro," un'esposizione permanente in Piazza Ponte di Tappia. Nel 1995, per il cinquantennale della Resistenza, crea un monumento nel cortile antico dell'edificio centrale dell'Università degli Studi di Padova, un assemblaggio di assi di legno per evocare la fatica e la coralità della Resistenza.
Anni 2000
Le grandi mostre in Sud America continuano, con esposizioni in Argentina (2000) e Uruguay (2001). Nel 2002, Kounellis ripropone l'installazione dei cavalli alla Whitechapel di Londra e, poco dopo, alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, costruendo un enorme labirinto di lamiera lungo il quale colloca elementi tradizionali della sua arte. Nel 2004, realizza un'installazione nella Galleria dell'Accademia di Firenze, nell'ambito dell'esposizione temporanea Forme per il David, dedicata ai cinquecento anni dalla creazione del David di Michelangelo.
Nel 2007, realizza due installazioni in Calabria: Con Mattia Preti alla Galleria Nazionale di Palazzo Arnone a Cosenza e Un tocco leggero come le ali di un passerotto... al Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide a Sibari. Nello stesso anno, lavora alla realizzazione del 383° festino di Santa Rosalia a Palermo, disegnando il carro trionfale della Santa. Inaugura a Roma la Porta dell'Orto Monastico della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, una imponente cancellata di ferro impreziosita da elementi cromatici realizzati in pietre di vetro. Nel 2009, la Galleria Fumagalli e il Museo Adriano Bernareggi (Bergamo) dedicano all'artista una personale e un'unica installazione realizzata site specific. Kounellis propone uno speciale allestimento di opere, riflettendo sull'arte e sull'uomo, testimonianza delle riflessioni poetiche al centro del suo lavoro, indicato anche come possibile ospite alla Biennale di Venezia 2011 del primo padiglione della Città del Vaticano.
Nel 2012, una sua famosa opera è esposta al museo d'arte contemporanea Riso nella città di Palermo. In un'intervista che sottolinea la sua cittadinanza italiana, Kounellis si qualifica come artista italiano a tutti gli effetti, definendosi pittore nonostante abbia quasi mai realizzato "quadri" nel senso stretto. Per lui, la pittura è costruzione di immagini, rivoluzionaria e senza freni per l'immaginazione.
Particolarmente vicino ad artisti come Alighiero Boetti, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto.